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Università degli studi di Siena, utile di 7,6 milioni. E il rettore Di Pietra chiede la mensa

Università degli studi di Siena

L'Università degli studi di Siena ha chiuso il 2023 con un utile di 7,6 milioni di euro. Una tendenza che continua a essere buona e in crescita da alcuni anni. "Generiamo utili - ha evidenziato il rettore dell'ateneo cittadino, Roberto Di Pietra, - ormai è così, con un trend che va avanti dal 2017 in avanti. Ciò dimostra la robustezza di questa amministrazione". E l'ateneo continua ad investire: 35 milioni di euro sono stati destinati al sostegno alla comunità studentesca; il fondo per questa voce era stato di 22 milioni di euro nel 2017. All'inizio di aprile è stato approvato il piano triennale degli investimenti che prevede, nel medio termine, un ammontare di impegni di circa 8,9 milioni di euro che riguarderanno il nuovo polo didattico delle Scotte, interventi sugli edifici di San Francesco, San Miniato, Mattioli, Funaioli-Mazzi. Su ampia parte di questi impegni finanziari contribuisce la destinazione dell'utile del 2023. È cresciuta ampiamente anche la liquidità a disposizione dell'università senese, ora pari a 89,5 milioni di euro; la cifra in cassa nel 2017 superava invece di poco i 22 milioni. La crescita di questo dato nell'arco di sei anni è certamente consistente.
Tanti gli argomenti trattati nel corso della conferenza stampa di illustrazione del bilancio dell'ateneo. I risultati economici, gli investimenti, i progetti legati al Pnrr, e poi i servizi: e tra questi il dibattito sulla nuova mensa universitaria che dovrà sostituire quella chiusa di Bandini. Un tema sul quale il rettore Di Pietra è stato chiaro ed esplicito: "Il governatore della Regione Toscana Eugenio Giani non mi ha telefonato. Attendo quindi notizie e informazioni, sia dalla Regione Toscana che dal Dsu. La situazione al momento è ferma. È fondamentale pensare ai servizi che occorrono all'Università degli studi. Mi auguro che i 4 milioni di euro inizialmente previsti per quello che era il progetto di ristrutturazione della mensa Bandini possano servire e che vengano utilizzati per un altro progetto".
Ampio è il discorso relativo ai progetti collegati al Pnrr: sono oltre 150 i ricercatori, inserendo in questo conto anche chi ha assegni di ricerca o dottorati, che hanno iniziato a lavorare all'Università degli studi di Siena grazie a progetti collegati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un numero rilevante, anche se si tratta di progetti che hanno una scadenza temporale e quindi non è possibile parlare in questi casi di assunzioni a tempo indeterminato. Qualche neo comunque c'è, come la difficoltà nel reperire partner privati su progetti come quello dell'infrastruttura di ricerca e centro di calcolo sull'intelligenza artificiale di valenza sovraregionale.
Sul piano delle immatricolazioni l'anno in corso ha fatto registrare un "lieve calo", nelle parole del rettore Di Pietra, che però guarda con cauto ottimismo al futuro: "Il prossimo anno avremo tre corsi di studio in più - sono state le sue parole. - Lavoriamo quindi per rendere più ricca l'offerta formativa dell'ateneo. Alle giornate di orientamento il numero di studenti presenti è quasi raddoppiato: lo scorso anno erano stati in 1.200, quest'anno 2.300. Certamente occorrono anche servizi di livello per avere un ateneo attrattivo: e qui mi riferisco alla necessità della nuova mensa e anche a quelli che sono i collegamenti per la città di Siena. Mi farebbe piacere, ad esempio, che si concretizzasse il progetto del collegamento ferroviario diretto Siena-Roma che sarebbe utile per tanti nostri studenti".

Gennaro Groppa è nato a Siena il 9 gennaio 1982. Laureato nel 2006 all'Università degli studi di Siena, nel corso di Scienze della comunicazione della facoltà di Lettere. Nella formazione universit...